09 1101 - P AEM

Vai ai contenuti
091101 | RIQUALIFICAZIONE EX CINEMA SP, SASSOFERRATO

PAEM # COPYRIGHT © 2018 - ALL RIGHTS RESERVED

PAEM # COPYRIGHT © 2018 - ALL RIGHTS RESERVED

PAEM # COPYRIGHT © 2018 - ALL RIGHTS RESERVED

PAEM # COPYRIGHT © 2018 - ALL RIGHTS RESERVED

Categoria: Culto
Luogo: Sassoferrato (AN)
Anno: 2009 - 2012
Progetto: P AEM

Incarico: Integrated Design, Project Management
Cliente: Parrocchia
Team: P AEM, Moroncini Architettura, Vitaletti Ingegneria

Impresa Affidataria: Airone Sas
CONCEPT
stato pre-intervento
Allo stato iniziale l’edificio si presentava (a livello macroscopico) in buono stato di conservazione, la copertura a falda era stata ripristinata solo alcuni anni prima così come la tinteggiatura esterna; dal punto di vista strutturale non si evincevano cedimenti o degrado sensibili né della muratura portante né della copertura voltata del locale principale, per cui non si è intervenuto in tal senso. Ovviamente ad un’analisi più accurata sono emersi palesi i segni del tempo e l’inadeguatezza del locale ad accogliere (allo stato delle cose) qualsivoglia attività sia dal punto vista normativo che più strettamente pratico; il che era comprovato dal fatto che lo stabile prima dell'intervento versava ormai da parecchi anni in condizioni di semi-abbandono e quindi di trascuratezza. Dalle informazioni fornite allora dall’attuale parroco e dalle persone da sempre vicine all’ambiente parrocchiale (confermate tra l’altro dallo stato di fatto pervenutoci), negli anni ’60 si era destinato l’edificio a oratorio e sala cinematografica e per adeguarlo si era intervenuto sulla struttura, realizzando al piano primo una piccola galleria con struttura in CA e al piano terra un marginale locale per proiezioni con il resto della superficie destinata alle sedute in platea; l’impianto pervenuto era quello, seppur in pessimo stato di conservazione per quanto riguarda gli arredi e gli impianti.

stato post-intervento
Premesso che si è mantenuta la stessa destinazione d’uso (quindi un oratorio parrocchiale), per lo stato modificato si è lavorato principalmente sull’ottimizzazione della funzionalità e della distribuzione degli spazi a disposizione, sulle finiture e sulle forniture, al passo coi tempi e in linea con le ultime normative. Prima di descrivere nel dettaglio l’intervento però si ritiene sia significativo spiegare lo scenario che con la committenza si era immaginato per il futuro del locale, che ha mosso poi tutta la “macchina progettuale”; riporto in tal senso la dichiarazione di intenti con cui si era presentata l’opera alla comunità:

L’idea che sta alla base del recupero dell’ex cinema è di offrire alla comunità un luogo giocoso, vitale e partecipato, di richiamo per “tutta la collettività”, dove viverne appunto l’appartenenza , in cui ci immaginiamo (citando il cantautore F.Guccini) di vedere “il vecchio e il bambino” vivere insieme il loro quartiere e la loro parrocchia, uno spazio flessibile e vivo dove passare i doposcuola e i momenti della socialità, un’alternativa quindi propositiva e concreta alla vita da bar, un luogo davvero necessario per un contesto piccolo come Sassoferrato.

L’intervento è stato quindi prevalentemente rivolto ai giovani (senza però trascurare il “mondo dei grandi”) e ha fatto leva sul gioco e sulla libertà come principali stimoli della fantasia (ingrediente indispensabile per una destinazione d’uso giovane, dinamica e formativa come voleva essere il futuro EC-spazio giovani), legandoli il più possibile all’esigenza di crescere e di sviluppare la propria personalità, il “dove” in cui dar forma all’infinità di cose che può scaturire dalla creatività e dall’entusiasmo dei futuri utenti…a cui si è voluto garantire uno spazio ampio, libero e stimolante per realizzarsi.”

Proseguendo infatti con la progettazione, si è cercato di sviluppare in modo coerente gli intenti iniziali, dotando l’edificio di più”spunti” possibili, facendo attenzione a renderlo accessibile a tutti, invitante e gradevole, una risposta che possa adeguarsi volta per volta alle loro esigenze. Come si può notare infatti si sono limitati al minimo i vincoli, lasciando agli utenti la possibilità di scegliere momento per momento di cosa aver bisogno: una sala conferenze o un piccolo teatrino, un “cinema” o un locale sgombro, per fare feste o musica, assicurando di contenere i rumori e l’esuberanza giovanile all’interno delle mura ellittiche del piano terra, fono e termo-isolate (anche perché questo intervento si andava ad inserire in un contesto prevalentemente residenziale), prevedendo per il piano primo solo attività decisionali e di ricerca, una sorta di piccolo laboratorio di idee per i collaboratori più attivi, con una “tavola rotonda” e postazioni informatiche e di lettura in affaccio sulla sala “di rappresentanza” sottostante.
Essendo infatti l'edificio privato a destinazione pubblica, con ovvi limiti strutturali e di mobilità legati alla sua natura storica, si è organizzata la fruibilità degli spazi su due livelli gerarchicamente differenti:
- si è pensato il piano terra come il vero spazio pubblico (il locale a pianta ellittica), attrezzato e servito a norma, fono e termo isolato, lasciato libero negli arredi e nelle logiche distributive (anche per non vincolare le iniziative dei giovani utenti a cui sarà principalmente destinata);    
- il piano primo ha assunto invece una connotazione molto più privata, senza aggiunte sostanziali nell'offerta di forniture e funzioni, ma solo una dimensione più intima, secondaria e raccolta.
Quindi si può dire che la funzione caratterizzante l'unità ambientale sia la sala ellittica, concepita facendo attenzione a renderla accessibile in ogni sua parte, sicura e funzionale nella mobilità e nella fruizione, nonchè agevolmente raggiungibile dall'esterno (rispettando tutte le prescrizioni normative in tema).
È stato inoltre mantenuto il "carattere" della preesistenza, senza snaturarne le logiche spaziali e distributive, valorizzandone le peculiarità (come la copertura voltata, che per contenere la dispersione termica erano addirittura stati nascosti da pannelli) e le potenzialità prima inespresse.


Condividi
Copyright © 2018. All Rights Reserved.
Torna ai contenuti