05 0701 - P AEM

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050701 | RECUPERO DELLA CITTA' PROIBITA, HUE

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Categoria: Urbanistica / Masterplan
Luogo: Huè (Vietnam)
Anno: 2005
Progetto: P AEM

Incarico: Masterplan / Concept Design
Cliente: Università
Team: nd

Impresa Affidataria: nd
CONCEPT
ANALISI dello STATO di FATTO
Osservando la cittadella dall'alto gli elementi che saltano subito all'occhio sono la grossa impronta della città proibita e la strana presenza dell'elemento diagonale, così marcatamente altro dal contesto da metterne quasi in crisi l'impianto. Infatti l'ex aeroporto militare americano copre un'area molto vasta, quindi formalmente lontana dalla fitta rete viaria della maglia ortogonale tradizionale. Questo ha generato una cesura a livello urbano che sembra manifestare l'impossibilita' del coesistere delle due realtà storiche che le caratterizzano, risultando quindi una "ferita" ancora aperta nella storia.

L’IDEA PROGETTUALE
Il nostro intervento si propone di ricucire questa ferita re-interpretando l'area e integrando le due realtà storiche coinvolte. Il progetto si sviluppa quindi su due livelli distinti: l'alzato, studiato per una percezione immediata (anche da notevoli distanze) del tema e la pianta, per la percezione improvvisa (solo quando la si vive da vicino). Infatti alla prima affidiamo il compito di raccontare "l'atmosfera militaresca" del nostro parco della memoria, mentre alla seconda di dimostrare il radicamento del parco e della diagonale al contesto subito prossimo al quadrante di progetto. Abbiamo infatti catturato le direttrici più distintive delle zone a ridosso del canale e della zona residenziale a fianco del parco e le abbiamo utilizzate per tracciare a terra i percorsi, le zone di sosta e le vasche di raffrescamento, trasformandoli in veri e propri canali ottici; la presenza di questi segni apparentemente "altri" mira a far percepire al visitatore il parco come continuazione e completamento dell'esterno. Si è fatta inoltre particolare attenzione a "sfondare" in prossimità dei percorsi principali le visuali e i segni verso il canale. Per poter attrezzare e gestire il parco anche in prossimità della diagonale senza compromettere la suggestione della spianata militare abbiamo realizzato delle piazze ipogee, ispirati dal progetto a Seoul (che portiamo a riferimento). Il progetto e' concepito come complessa composizione di volumi, lingue e lastre proiettate verso il canale, l'elemento naturale riequilibratore dell'intero parco: la metafora che vogliamo trasmettere e' quella della vita che spazza via le ceneri della distruzione, la città che si riappropria degli spazi che la storia le ha sottratto (e questo secondo noi è espresso nelle forme del progetto a kyushu che portiamo a riferimento). La sfida che abbiamo raccolto comincia dalla destinazione stessa di questi due padiglioni: spazi meditativi individuali e collettivi (ad es. lo yoga), un’occasione interessante per studiare “spazi interiori”, in cui la misura sono la suggestione e l’emozione. Gli spazi meditativi che presentiamo sono principalmente di due tipi: astratti e reali. I primi sono pensati come involucri "astratti" appunto perché "senza dove e senza quando", isolati e autonomi dalle condizioni dell'esterno, proiettati nella dimensione dell'"io". I secondi invece si propongono come spazi quieti ed equilibrati, con luce soffusa e un bel panorama.

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